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al testo di Adielle
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Aspetterò l'inverno per consegnarti quella foto in cui sorridi alle mie spalle e bruciarla nel fuoco pensile del tuo camino sospeso sulla darsena di terra cotta stagno a mattonelle saliscendi di salici piangenti sulle volte scongiurando perseveranze nell'immagine e al loro posto nuove incognite al percorso di ricordi senza mappe sarà l'intesa, patto mezzo sangue e a mezzo fiamme di lasciarsi andare all'esperienza che esamina senza prima spiegare il programma che lei comanda a più riprese nell' egocentrismo smisurato e totalitario del più antico dei presenti a farsi fede se necessario che tutto possa accadere nuovamente in un altra vita vissuta di già perchè tutto si ripete e dunque il mio amore per te puoi considerarlo una costante nelle variabili dominanti dei percorsi del caos. Se tu sapessi che tutta questa lingua che spreco non è fatta che per leccarti le ferite vecchie e le nuove aperture della pelle a condizioni straordinarie d' impensabili utensili da taglio avresti meno reticenze nel gestire le parole come lame. Dove si curva la preghiera alle ginocchia ti riconosco e ti saluto come fosse un segno della croce solo meno stanco di lacrime che di chiodi a strappare false promesse dalla carne a gran voce da chiunque mi ascolti anche solo per il tempo di prendermi le misure per il cappotto di legno cassa da morto nei film western di una volta oppure ridere dei miei sogni di gloria nell' eta beta dei rimpianti fino a che due soli sorgano soltanto a moltiplicarci gli orizzonti e liberarci dal male di restare oscuri a noi stessi in fondo fino a che morte non ci separi dalla condizione che ci condanna ad essere mortali, essere vivi esseri viventi atomi diversi di un unico nucleo primordiale scia unverso coda cometa bava di lumaca risposta retorica alla femme fatale.
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